Tra i casali che formano la Città della Cava, S. Lucia è uno dei luoghi più caratteristici per la sua storia, economia e popolazione. Secondo lo storico Andrea Carraturo, la località S. Felice, già in epoca romana era abitata; infatti nel 1700 vi furono scoperti sepolcri di marmo e monete romane dell'alto Impero. Nel 1914 in contrada S. Gregorio, giù al fiume, fu rinvenuta un'ara funeraria di marmo bianco, databile tra il I e il II sec. d. C. La zona di S. Lucia, nel Medioevo, era attraversata dalla Via Maggiore, che da Nocera conduceva a Salerno passando per il Castello di S. Adiutore, S. Pietro e Croce. Il territorio di S. Lucia fin dal Medioevo era caratterizzato dalla presenza di importanti luoghi ove veniva praticato il gioco della caccia ai colombi migratori. I siti dei "giochi" di S. Lucia erano ubicati nelle località di Tirrento e Lupo. L'economia del casale di S. Lucia era caratterizzata dalle attività agricole, artigianali e tessili. I luciani biancheggiavano le tele utilizzando le acque del Curaturo che confluivano nella Cavaiola. Le acque della Cavaiola azionavano anche un mulino ad acqua posto al limite tra la località S. Gregorio e Camerelle. Una piccola diga fermava parte dell'acqua della Cavaiola dando origine a un piccolo laghetto artificiale denominato "parata". A partire dal sec. XVIII si diffuse la lavorazione della corda. Una presenza significativa era la masseria di S. Gregorio, nelle vicinanze del Curaturo, presso la quale era ubicata l'antica chiesa dedicata a S. Gregorio Magno. Nell'inventario dei beni del nobile Terenzio de Falco, del 4 aprile 1585 detta masseria viene descritta come "una maxeria di moya cento in circa dove si dice Santo Gregorio ... con case et mandra di capre dentro e murata per la maggior parte".
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